Si parla di fibrillazione atriale quando il battito cardiaco diventa irregolare e, spesso, accelerato. Ciò può causare sintomi quali palpitazioni cardiache, affaticamento e affanno. Il trattamento della fibrillazione atriale è importante in quanto può causare un ictus o uno scompenso cardiaco e avere un impatto negativo sulla qualità della vita. I soggetti con fibrillazione atriale presentano una probabilità da cinque a sette volte maggiore di formazione di coaguli di sangue e di avere un ictus e una probabilità di due o tre volte maggiore di sviluppare fibrillazione atriale. Per fortuna, la fibrillazione atriale può essere trattata farmacologicamente, con la cardioversione (una particolare scarica elettrica), l’ablazione transcatetere o l’ablazione chirurgica. Qui affronteremo due aspetti importanti:
La terapia farmacologica per il trattamento della fibrillazione atriale si possono prescrivere le seguenti terapie: • Farmacipercontrollarelafrequenzaoilritmocardiaco
• Farmacianticoagulantiperimpedirelaformazionedicoagulidisangue
In questo incontro si valuterà la terapia con la nuova classe NAO; un’alternativa efficace e sicura anche per la prevenzione dell’ictus, più maneggevoli e sicuri, in grado di venire incontro alle esigenze di medici e pazienti. Verrà sviluppata un’analisi della categoria farmacologica che non richiede controlli ematici costanti, ha scarsissime probabilità di interazioni con alimenti e altri medicinali, è somministrata a dosaggio fisso e presenta un ridotto rischio di emorragie cerebrali rispetto alla terapia tradizionale, dimostrando un buon rapporto costo-efficacia.
La terapia elettrica
Il defibrillatore automatico impiantabile (detto anche ICD) è un apparecchio molto sofisticato che serve a trattare le aritmie. Si tratta di un piccolo dispositivo elettronico che osserva costantemente tutti i battiti del cuore ed interviene quando rileva un’aritmia grave. In base al tipo di dispositivo e alle impostazioni programmate dal cardiologo questi strumenti erogano una o più terapie elettriche eseguendo una stimolazione o una scarica elettrica (detta anche DC Shock), proprio come i normali defibrillatori esterni presenti negli Ospedali (e come probabilmente tutti hanno visto in televisione nelle serie di ambiente medico). La scarica elettrica è in grado di interrompere anche la più grave aritmia cardiaca e può quindi salvare la vita al paziente.
In generale, gli ICD sono indicati nei pazienti con aritmie maligne e servono a prevenire la morte improvvisa.
Il Corso si articolerà in varie sessioni (teorico-pratiche) e ciascuna è orientata ad affrontare un tema specifico con l’obiettivo che tutti i partecipanti si confrontino e cerchino un approccio al trattamento del paziente cardiopatico il più omogeno e sicuro per lo stesso. Inoltre creare una metodologia diagnostica che scopri prima e si arrivi ad una prevenzione del rischio a cui espone la FA il paziente.