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Pandemia da Covid e infodemia di notizie sensazionalistiche

In questi giorni è rimbalzata sui alcuni giornali italiani la notizia secondo cui il virus Covid-19 avrebbe la capacità di raggiungere ed insiedarsi all’interno dei testicoli dell’uomo e questo determinerebbe una maggior mortalità nel genere maschile rispetto alla popolazione femminile.

Questa notizia è stata ripresa da una ricerca condotta da un team di ricercatori diretti dal presidente del dipartimento di Epidemiologia dell’Albert Einstein College of Medicine di New York. In questo studio è stato analizzato un campione di 68 persone, composto da 48 uomini e 20 donne, con tampone naso-faringeo positivo per infezione da Covid 19. Il disegno dello studio prevedeva l’esecuzione di tamponi naso-faringei seriati, a partire dal primo tampone positivo e con un intervallo di circa 48 ore, fino alla comparsa del primo tampone negativo.

Andando ad analizzare questi dati, è stato osservato che gli individui maschi del campione studiato, avevano i tamponi positivi per un tempo statisticamente più lungo della popolazione femminile.

Da questi dati i ricercatori traggono delle conclusioni abbastanza fantasiose secondo cui questa differenza è causata dal fatto che il virus abbia la capacità di colonizzare i testicoli degli uomini, diventando quest’ultimi una sorta di serbatoio del virus.

A supporto della loro tesi, sostengono che i testicoli esprimono i recettori ACE2 che sono stati riconosciuti come i recettori usati dal virus per entrare all’interno delle cellule.

Ora, andando ad approfondire in modo scientifico e oggettivo i metodi di questa ricerca, ci appaiono subito evidenti un paio di errori metodologici importanti che la rendono decisamente poco attendibile.

In primo luogo, il campione è di dimensioni molto esigue, 68 individui non sono sicuramente un campione rappresentativo della popolazione generale. Ma ancora di più, le nostre perplessità nascono dalla composizione del campione: la popolazione maschile, infatti, rappresenta più dei 2/3 dell’intero campione, non permettendo, quindi, un confronto adeguato tra popolazione maschile e femminile.

Altra grande perplessità ci nasce dalla mancanza di una possibile spiegazione fisio-patologica delle loro conclusioni. Se è vero che i recettori ACE-2 sono stati identificati come i recettori attraverso cui il virus entra nelle cellule polmonari e anche vero che, proprio a livello polmonare, quest’ultimo crea danni molto importanti. Perché, se il virus ha la capacità di entrare nelle cellule del testicolo umano, non crea anche qui danni? Fino ad adesso non è stato mai segnalato nessun caso di orchite o di altra patologia infettiva del testicolo, com’è possibile questo?

Mi sembra quindi che ci siano parecchi spunti di riflessioni che ci fanno essere molto scettici sulle conclusioni di questa ricerca.

Volendo sorridere, mi viene in mente una storiella che ripeto spesso ai miei collaboratori: la cimice come sapete ha sei zampette, uno scienziato vuole vedere cosa succede alla cimice staccandole le zampette, ne stacca una e la cimice salta, ne stacca un’altra e la cimice salta di nuovo, stacca via via ogni zampetta ed ogni volta la cimice salta, arrivato alla sesta ed ultima zampetta, la stacca ma la cimice non salta, lo scienziato conclude: la cimice è diventata sorda!!

La modalità con cui i ricercatori hanno tratto le conclusioni mi sembra assimilabile a quella dello scienziato della storiella.  In ambito medico bisogna fomentare ed incoraggiare qualsivoglia ricerca che possa portare a delle nuove conoscenze ma, queste devono essere condotte secondo un metodo scientifico valido. Come diceva il fondatore del metodo scientifico Galileo Galilei, bisogna far seguire alle “sensate esperienze” le “dimostrazioni necessarie”; in questo caso, ci sentiamo di poter dire, che quest’ultime non vengono fornite

E’ quindi evidente come non ci si possa basare su questo studio per poter concludere che il virus possa colonizzare i testicoli e, ancor di più, affermare che questa è la causa della maggior mortalità del genere maschile.

Questa è invece ascrivibile a numerosi fattori, tra cui la maggior presenza di fattori di rischio cardiovascolare tra cui ipertensione e obesità nei pazienti di sesso maschile e probabilmente, nelle differenze genetiche del sistema immunitario fra i due sessi.

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Fase 2 epidemia COVID: riflessioni di chi opera sul campo – Intervista del Professor F. Fedele a RadioSei

L’intervista del Prof. Fedele a RadioSei sulla fase 2 dell’epidemia COVID.

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Attualità

Fase 2 dell’epidemia COVID 19: non dimentichiamo il rafforzamento del Sistema Sanitario Nazionale pubblico

Negli ultimi mesi il Coronavirus è prepotentemente entrato nelle nostre vite sconvolgendo la nostra normale routine. Lo stravolgimento che questa infezione ha generato è conseguenza della grande capacità di trasmissione del virus che ha determinato un numero molto elevato di pazienti affetti. La potenza di questo virus, infatti, risiede più nella sua capacità di propagarsi tra la popolazione che nella mortalità e morbilità nel singolo paziente.

La diffusione del virus con un enorme numero di pazienti infetti che avevano bisogno di cure in ospedale ha fatto sì che questi ultimi fossero letteralmente invasi dai pazienti. Ci si è quindi trovati costretti a ridurre la qualità di cura sul singolo paziente per poterli curare tutti. In particolare, si è persa la possibilità di un approccio multidisciplinare ai pazienti, ed è così che questo virus sta “stressando” il nostro Sistema Sanitario.

Riassumendo, responsabile della criticità sanitaria del momento documentata dall’alto numero di morti, è prevalentemente lo tsunami dell’impatto assistenziale sul nostro sistema sanitario legato alla quantità di pazienti che contemporaneamente necessitano di cure anche in condizioni critiche con sovraccarico e sovraffollamento delle terapie intensive.

Tutti, popolazione generale e operatori sanitari siamo impressionati dal numero di vittime di questa epidemia e spesso si fa riferimento per analogia alla strage prodotta dalla Influenza Spagnola nel primo dopoguerra del secolo scorso. Per fortuna, e questo deve essere un messaggio forte, non siamo ai tempi della Spagnola e dobbiamo essere consapevoli della qualità della Medicina moderna che ha fatto enormi passi avanti nella comprensione e nella cura delle malattie e che le armi in nostro possesso oggi sono sicuramente in numero maggiore e con una efficacia superiore rispetto a quelle che avevano i nostri avi.

La consapevolezza di poter disporre delle attuali risorse della Medicina, anche in termini tecnologici e di poter avere l’occasione di rafforzare il nostro Sistema Sanitario Nazionale è fondamentale in un momento in cui si sta affrontando il tema della cosiddetta “fase 2” ovvero quella fase in cui riprenderemo gradualmente ad avere una vita normale. Nell’affrontare questo tema rivestono un ruolo importante le valutazioni epidemiologiche e le possibili strategie da attuare per annullare o ridurre il numero di nuove infezioni.

Del tutto recentemente il Prof. Ranieri Guerra, vicedirettore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e membro del comitato tecnico-scientifico ha elencato i sei passi per avviare la fase 2. Il primo passo è controllare che il numero di nuovi casi continui a decrescere per almeno due settimane; il secondo che le capacità di fare i test, sia quelli basali sui tamponi sia quelli sierologici per la ricerca anticorpale, siano sufficienti; il terzo l’utilizzazione dei test sierologici per avere informazioni statistiche globali; il quarto legato all’utilizzo di app come strumento fondamentale per seguire le persone che potrebbero contagiare o essere contagiate; il quinto e il sesto relativi agli ospedali con un organizzazione che differenzi le strutture Covid e non-Covid e che riduca l’impatto assistenziale sia nei reparti di degenza ordinaria sia nelle unità di terapia intensiva.

Sono perfettamente d’accordo con questa impostazione ma vorrei soffermarmi con alcune considerazioni sugli ultimi due punti. Sono convinto che, per detendere l’impatto assistenziale ospedaliero sia fondamentale rafforzare l’assistenza sul territorio garantendo la monitorizzazione dei pazienti meno gravi anche domiciliarmente. Sono pazienti che possono essere trattati fin dalle fasi iniziali con farmaci, e che hanno bisogno di un attenta monitorizzazione sull’evoluzione clinica generale e cardio-polmonare in particolare. A questo proposito l’utilizzo su larga scala della telemedicina, non soltanto delle app, può essere risolutivo.

Per quanto riguarda la differenza negli ospedali tra strutture Covid e strutture non-Covid vorrei ricordare l’importanza di disporre e di potenziare strutture pubbliche, come il Policlinico Umberto I e l’Ospedale San Camillo per quanto riguarda la città di Roma, caratterizzati dall’organizzazione a Padiglioni, secondo una visione lungimirante che prevedeva edifici dedicati ai malati infettivi, ben distinti dalle strutture dedicate alla cura di altre patologie.

Ritengo che un punto fondamentale e estremamente qualificante di questa fase 2 sia proprio il rafforzamento del Sistema Sanitario Nazionale sia sul versante del territorio sia sul versante degli ospedali pubblici, troppo spesso negli ultimi anni mortificati da tagli di risorse umane e strutturali (numero di posti letti ordinari e di terapia intensiva) a favore di strutture private accreditate. Lombardia docet e non aggiungo altro per non entrare in una polemica attualmente intempestiva.

Infine vorrei sottolineare alcuni dati positivi nel tentativo di controbilanciare i “bollettini di guerra” giornalieri: come vedete il numero di guariti sta aumentando, il numero di malati in terapia intensiva sta diminuendo e questo non perché il virus ha cambiato in meglio le sue caratteristiche ma perché riusciamo, anche in assenza momentanea di vaccini, a curar meglio i nostri pazienti con interventi mirati e differenziati a seconda delle fasi della malattia e della sua gravità.

Sono convinto, e finisco, che se riusciamo a contenere l’impatto quantitativo di questo virus con un organizzazione sanitaria capillare territorio-ospedale, avremo l’opportunità di curare i pazienti in modo adeguato, con un approccio multidisciplinare al paziente e di usare le armi che abbiamo sviluppato in questa prima fase in maniera sempre più appropriata e mirata.

La consapevolezza di poter arginare non solo con la prevenzione, ma anche con la qualità assistenziale questa pandemia permetterà senz’altro di affrontare con maggiore serenità le fasi di ripresa del nostro Paese.

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2020 Eventi

Nel cuore di Roma

Nel Cuore di Roma

Corso di aggiornamento ECM

8-9 Ottobre 2020

Nel CUORE di… ROMA

8-9  Ottobre 2020

Aula Magna Università degli Studi di Roma “LA SAPIENZA”

PROVIDER ECM : E.C.M.2 Srl –ID Agenas n. 5084

RESPONSABILE SCIENTIFICO: Prof. Francesco Fedele

PATROCINI: Per l’evento si richiederà l’egida di: Roma Capitale, Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Roma, Università La Sapienza

INTRODUZIONE

Il Convegno Nazionale di Cardiologia “Nel Cuore di Roma” apre i suoi orizzonti scientifici cercando di porre all’attenzione di tutti gli operatori sanitari e in maggior modo a tutti i Medici Specialisti che trattano i disturbi cardiaci che sono diretti o indirettamente associati alla gestione del paziente, oggi più che mai complesso le nuove strategie diagnostico terapeutiche da personalizzare per tipo di paziente e patologie concomitanti.

Da qui il programma che si dipana attraverso sessioni tematiche interattivi con cui tutta la platea si deve mettere in gioco per far emergere quelle paure che avvolte il medico specialista si trova a combattere nella scelta di un percorso diagnostico o terapeutico per il suo paziente e che qui si potrà cercare di far sparire facendo fare spazio alla chiarezza e alla convinzione di un percorso condiviso.

L’obiettivo sarà di creare, durante il convegno, un ambiente virtuoso attraverso le relazione e le discussioni collegiali ponendo tematiche di risalto attuale come la cardioncologia, la cardio nefrologia, ecc..

La Faculty del convegno di alto spessore scientifico e rappresentativa a livello Nazionale porterà anche ad un confronto con l’attitudine nelle varie aree territoriali del bel paese a seguire le varie tipologie di paziente cardiopatico con la propensione ad un trattamento diagnostico terapeutico rispetto ad un altro.

PROGRAMMA SCIENTIFICO

19 Giugno 2020
08.30 Registrazione dei partecipanti

08:45 Introduzione dell’evento – Prof. Francesco Fedele

I SIMPOSIO: L’INSUFFICIENZA CARDIACA: E’ INDISPENSABILE UN APPROCCIO INNOVATIVO
Moderatori: Prof. Francesco Fedele, Prof. Livio Dei Cas

09:00-09:15 L’insufficienza cardiaca, cancro per il cuore: TNM like classification
Relatore: Dott. Paolo Severino
09:15-09:30 Il ruolo dell’imaging cardiovascolare nella definizione dell’eziologia

Relatore: Prof. Luciano Agati
09:30-09:45 La terapia diuretica nello scompenso cardiaco: quando la furosemide non è la soluzione
Relatore: Prof. Gennaro Cice
09:45-10:00 Nuovi farmaci nella modulazione neuroendocrina
Relatore: Prof. Marco Metra
10:00-10:15 Possibilità di modulazione dell’inotropismo cardiaco
Relatore: Dott. Giovanni Pulignano
10:15-10:30 Trattamento non farmacologico: TAVI, Mitra-Clip, CRT
Relatore: Dott. Massimo Mancone
10:30-10:45 Supporto meccanico al circolo
Relatore: Prof. Fabio Miraldi
10:45-11:00 Discussione sulle tematiche affrontate
Discussant: Dott. Riccardo Colantonio, Dott. Placanica

11:00-11:30 Coffee break

II SIMPOSIO: GESTIONE DELLA CRONICITA’ IN CARDIOLOGIA Moderatori: Prof. Francesco Romeo, Prof Salvatore Novo

11:30-11:45 Ipertensione arteriosa e insufficienza renale cronica: come scegliere il giusto farmaco
Relatore: Prof. Massimo Volpe
11:45-12:00 Lo spettro del trattamento delle dislipidemie

Relatore: Prof. Marcello Arca
12:00-12:15 Acido urico e rischio cardiovascolare
Relatore: Prof. Claudio Borghi
12:15-12:30 La malattia vascolare aterosclerotica: il ritorno dell’anticoagulante
Relatore: Dott. Luca Cacciotti
12:30-12:45 Terapia della cardiopatia ischemica cronica
Relatore: Alberto Margonato
12:45-13:00 Insufficienza cardiaca e comorbidità
Relatore: Prof.ssa Savina Nodari
13:00-13:30 Discussione sulle tematiche affrontate
Discussant: Prof.ssa Giulia Benedetti

13:30-15:00 Pranzo

III SIMPOSIO: CARDIO-DIABETOLOGIA
Moderatori: Prof.ssa Raffaella Buzzetti, Prof.ssa Maria Penco

15:00-15:15 Il Diabete mellito e rischio cardiovascolare: dalla fisiopatologia alle nuove linee guida ESC
Relatore: Prof. Francesco Cosentino
15:15-15:30 Unanuovafrontieranellaterapiaantidiabetica:ifarmaciSGLT2 inibitori

Relatore: Prof.ssa Gisella Cavallo
15:30-15:45 SGLT2 inibitori e scompenso cardiaco: una “Serendipity Story” Relatore: Prof. Pasquale Perrone-Filardi
15:45-16:00 Discussione
Discussant:

16:00-16:15 Coffee break

IV SIMPOSIO: CARDIO-NEUROLOGIA
Moderatori: Prof. Danilo Toni, Prof. Fabrizio Ammirati

16:15-16:30 I primi 10 anni dei NOAC: dai trials al mondo reale
Relatore: Prof. Fabio Ferrante
16:30-16:45 Fibrillazione atriale silente: quali elementi valutare per l’anticoagulazione
Relatore: Prof. Giuseppe Patti
16:45-17:00 Chiusura di auricola e PFO: quando sono indicate?
Relatore: Dott. Achille Gaspardone
17:00-17:15 Discussione
Discussant: Prof. Angelo Di Roma

V SIMPOSIO: LA SOLUZIONE DEI PROBLEMI
Moderatori: Prof. Roberto Pescatori, Prof. Gerardo Ansalone

17:15-17:30 Ho un paziente con diabete e insufficienza cardiaca, ci sono nuove strategie?
Relatore: Dott. Maurizio Volterrani
17:45-18:00 Hounpazienteconinsufficienzacardiacaeinsufficienzarenale cronica, modifico la terapia? Relatore: Prof. Alberto Palazzuoli

18:00-18:15 Ho un paziente dimesso con diagnosi di sindrome Takotsubo, come mi devo comportare? Relatore: Prof.ssa Giuseppina Novo 18:15-18:30 Ho un paziente con arresto cardiaco e disfunzione ventricolare sinistra

Relatore: Dott.ssa Cristina Chimenti 18:30-19:00 Discussione Discussant: Dott. Terranova

20 Giugno 2020
08.30 Registrazione dei partecipanti

VI SIMPOSIO: CARDIO-PNEUMOLOGIA Moderatori: Prof. Dario Vizza, Prof Galiè

09:00-09:15 Inquinamento ambientale, fumo e malattie cardio-polomonari: come intervenire
Relatore: Dott. Vincenzo Montemurro
09:15-09:30 Fibrillazione atriale e sindrome delle apnee notturne

Relatore: Prof. Marco Brunori
09:30-09:45 Le infezioni polmonari nel paziente con insufficienza cardiaca Relatore: Prof. Paolo Palange
09:45-10:00 Ipertensione polmonare primitiva: nuove terapie
Relatore: Dott. Roberto Badagliacca
10:00-10:15 Discussione
Discussant:

VII SIMPOSIO: CARDIO-ONCOLOGIA Moderatori: Prof. Brunelli, Prof.ssa Sabina Gallina

10:15-10:30 La cardiotossicità da agenti chemioterapici
Relatore: Dott. Rapezzi
10:30-10:45 I biomarker o l’imaging per la predizione della cardiotossicità? Relatore: Dott.ssa Viviana Maestrini
10:45-11:00 Il paziente oncologico e gli anticoagulanti
Relatore: Dott. Massimo Uguccioni
11:00-11:15 Prevenzione del danno da agenti chemioterapici
Relatore: Dott. Maurea
11:15-11:30 Verso una visione più ampia della cardio-oncologia
Relatore: Dott. Ameri Pietro
11:30-11:45 Discussione
Discussant: Dott.ssa Pina Gallucci

11:45-12:00 Coffee break

VIII SIMPOSIO: LA SOLUZIONE DEI PROBLEMI Moderatori: Dott.ssa Paola Proietti, Dott. Alessandro Bina

12:00-12:15 Ho un paziente sottoposto a TAVI ed è comparso un BBS! Relatore: Dott. Antonio Curnis
12:15-12:30 Ho un paziente con cardiomiopatia dilatativa in terapia medica ottimale ma ha ancora dispnea: quali opzioni

Relatore: Dott.ssa Susanna Sciomer
12:30-12:45 Hounpazientedi65anniconilpatterndiBrugadatipo1,ICD? Relatore: Dott. Carlo Lavalle
12:45-13:00 Hounpazientesottopostoadangioplasticaconstent,madevo operarlo!
Relatore: Prof. Giuseppe Mazzesi
13:00-13:30 Discussione
Discussant: Dott. Musarò, Dott. Terranova, Dott. Zuccaro

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1
Il Prof. Francesco Fedele e il Maestro Riccardo Muti
Il Prof. Francesco Fedele e il Maestro Riccardo Muti
2
ESC 2016: Francesco Fedele prossimo Presidente della Federazione Italiana di Cardiologia
ESC 2016: Francesco Fedele prossimo Presidente della Federazione Italiana di Cardiologia
3
Intervista al Prof. Francesco Fedele
Intervista al Prof. Francesco Fedele
4
Il Prof. Francesco Fedele ospite ad Unomattina 29 settembre 2016
Il Prof. Francesco Fedele ospite ad Unomattina 29 settembre 2016
5
Francesco Fedele e Carla Massi ad UnoMattina
Francesco Fedele e Carla Massi ad UnoMattina
6
Francesco FEDELE: "Highlights in Cardiology: take-home message"
Francesco FEDELE: "Highlights in Cardiology: take-home message"
7
Francesco FEDELE: "The added value of strain in echocardiography"
Francesco FEDELE: "The added value of strain in echocardiography"
8
Tg1 Medicina Prof. Francesco Fedele e Prof. Francesco Romeo
Tg1 Medicina Prof. Francesco Fedele e Prof. Francesco Romeo
9
Il Prof. Francesco Fedele su RAI Sport 1
Il Prof. Francesco Fedele su RAI Sport 1
10
Il Prof. Francesco Fedele ospite su Rai News
Il Prof. Francesco Fedele ospite su Rai News

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E.C.M.2 S.r.l.

Via degli Olmetti, 44 00060 Formello (RM) E-mail: iscrizioni@ecm2srl.it

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La mortificazione della professione specialistica

L’intervento del Prof. Fedele sui pericoli del decreto Milleproroghe, riportato su metronews e in un articolo sul Tempo: “Uno specializzando iscritto al terzo anno, dopo solo 24 mesi di specializzazione, è davvero pronto ad entrare nel mondo del lavoro esercitando una professione delicata e complessa come quella del cardiologo?

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Cardiologia 2020 – 25 anni di Cardiologia Italiana

Il 14 Febbraio si festeggia San Valentino, ricorrenza che richiama sicuramente l’amore e il cuore.

Il 14 Febbraio è anche la Giornata Mondiale delle Cardiopatie Congenite. Quest’anno abbiamo voluto, in tale occasione, festeggiare anche un altro evento.

Insieme alla professoressa Maria Grazia Modena di Modena, al professore Giuseppe Ambrosio di Perugia e al professor Sabino Iliceto di Padova, festeggiamo i nostri 25 anni in cattedra di Cardiologia.

Durante l’evento, abbiamo voluto dedicare un simposio all’Università e in particolare alle riflessioni, considerazioni ed emozioni sul tema dell’esistenza delle Scuole e dei Maestri.

Tutti noi siamo stati gli ultimi ad affrontare il concorso a Cattedra su base nazionale e abbiamo vissuto a diretto contatto con i Maestri che hanno reso autonoma la disciplina Cardiologia dalla Medicina Interna con un salto culturale e ripercussioni notevoli in termini assistenziali, didattici e scientifici.

Abbiamo avuto la fortuna di vivere lo sviluppo tecnologico della nostra specialità con ricadute nelle potenzialità diagnostiche e terapeutiche. Nel tempo, però, si è assistito anche ad un’eccessiva frammentazione delle competenze superspecialistiche cardiologiche che rischiano di impoverire l’impatto culturale della nostra disciplina in termini di gestione a 360° del paziente cardiologico complesso.

Nel corso dell’evento tutti noi ripercorreremo la nostra esperienza in Cattedra facendo un bilancio di quelli che sono stati i nostri successi in termini di impegno accademico per mantenere la tradizione di Scuola, ma anche le nostre difficoltà per riuscire a non disperdere il patrimonio culturale che hanno lasciato in eredità i nostri Maestri.

Non aggiungo altro. Spero di aver sollecitato la vostra curiosità e spero di incontrarvi numerosi per condividere un momento di riflessione ed emozione che concili la Scuola con lo spirito di appartenenza.

Francesco Fedele

Qui potete scaricare la brochure dell’evento con il programma di dettaglio

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Articolo sulla prevenzione della morte cardiaca improvvisa

Su Dire è stato pubblicato un articolo, con una intervista al Prof. Fedele, relativo alla necessità di inserire nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) lo screening per la morte cardiaca improvvisa, che colpisce solo in Italia circa mille giovani under 35 ogni anno.

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Articolo sul Convegno “Lo Scompenso Cardiaco”

Pubblicato su il “Il Messaggero” un articolo sul recente convegno su “Lo Scompenso Cardiaco

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Intervista al Prof. Fedele su Doctor33: i pericoli dell’ECG dal medico di famiglia

Pubblicata oggi su Doctor33 una intervista al Prof. Fedele, sui pericoli dell’ECG condotto dal medico di famiglia: spesso manca la formazione adeguata!

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È ora di dire basta alle notizie sensazionalistiche

L’infarto miocardico è una patologia cardiovascolare estremamente complessa da un punto di vista fisiopatologico, nella cui eziopatogenesi rientrano numerosi fattori di rischio. La definizione di questi fattori di rischio è stata ed è ancora oggi un obiettivo cruciale della ricerca cardiovascolare per poter agire su di essi e ridurre quindi l’incidenza di eventi acuti.

È stato pubblicato recentemente su “International Journal of Cardiology” un articolo dal titolo “Climate changes and ST-elevation myocardial infarction treated with primary percutaneous coronary angioplasty” in cui è stata studiata la correlazione tra alcuni parametri di variabilità ambientale e eventi coronarici acuti. In particolare sono stati raccolti dati su 4132 angioplastiche coronariche eseguite in paziente con STEMI o NSTEMI emodinamicamente instabili e, successivamente, correlati alle variazioni ambientali valutate attraverso la temperatura atmosferica, l’umidità relativa, la pressione atmosferica e la quantità di pioggia. I risultati dello studio, ripresi dalla sezione salute di alcuni quotidiani nazionali dove sono stato presentati come rivoluzionari in termini di prevenzione cardiovascolare, in realtà non hanno nessun aspetto innovativo. Infatti, come già noto in letteratura, gli autori, hanno riscontrato una maggiore incidenza di eventi cardiovascolari nelle giornate con temperature più basse in inverno e in giornate con temperature più alte in estate. Questo dato non ci sorprende affatto se si conosce la fisiologia e fisiopatologia cardiovascolare. Infatti, sia il freddo, determinando vasocostrizione e aumento della pressione arteriosa, sia il caldo, determinando ipotensione e aumento della frequenza cardiaca, “stressano” l’apparato cardiovascolare che se già alterato, per esempio da patologia coronarica, entra in crisi manifestando l’evento acuto.

La conclusione della “innovativa” ricerca è che occorre debitamente coprirsi nelle rigide giornate invernali, idratarsi adeguatamente nelle afose giornate estive evitando di uscire nelle ore più calde. Tutte conclusioni: “catalaniane” (per chi si ricorda di “Quelli della notte”).

La ricerca, in termini di prevenzione cardiovascolare, deve continuare seriamente fornendo sempre più informazioni che concretamente possano essere utili ai pazienti nella gestione quotidiana dei fattori di rischio. Di conseguenza, trovo superfluo che giornali seguiti su ampia scala presentino come sensazionali risultati che non apportano nessun dato innovativo e si caratterizzano solo per sensazionalismo giornalistico.